Senza titolo, senza emozioni

Una questione mi affligge, perché vedo solo persone insensibili che se ne fregano degli altri a cui non interessa nulla degli altri ma neanche di se stessi.

Vivono senza sentimenti come pezzi di ferro che non vengono toccati dai lunghi inverni o delle caldi estati.

Impassibili davanti a qualsiasi cosa che sia l’amore, l’affetto di chi non si stanca mai donarlo; si credono immuni ma dentro di loro è viva la paura è l’odio.

credono che ció gli renda più forti, migliori e credono che grazie a ciò siano grandi.

Dal mio punto di vista se non si ha la capacità di emozionarsi e di commuoversi davanti a fatto più o meno belli non si vive veramente.

Costruisci emozioni, Vivi.

Sembrate o essere

E ora accentuo la differenza del mio aspetto perché infondo diverso lo sono sempre stato e anche quando cercavo di somigliare agli altri finivo per avere sempre qualcosa di diverso qualcosa che mi contraddistingueva dalla massa.

Vivevo in una situazione di disagio mi chiedevo semplicemente perché non potessi essere come gli altri non di più non di meno.

Solo oggi mi rendo conto che è stato importante per me è solo

Oggi rimpiango di non esserlo stato di più e cerco di esserlo, di disinguermi di essere migliore perché a questo sono stato destinato.

Non prendete le vostre particolarità come un difetto ma fatele diventare un valore aggiunto che solo voi avete e non siate dispiaciuti della vostra condizione anche se può sembrare strana, diversa, voi semplicemente siete destinati a qualcosa di più.

Si te stesso, si diverso, sii migliore.

È o non è?

Non tutto è come sembra

Come si dice l’apparenza inganna, infatti spesso non ci poniamo il problema di chi ci troviamo davanti ma ci limitiamo a classificarlo secondo standard che noi stessi abbiamo inventato o che la società superficiale dei media ci ha dato.

Per cui un musulmano diventa automaticamente terrorista, una donna con il velo oppressa, una persona di colore un clandestino, una persona dell’est Europa un criminale e tanti altri infiniti stereotipi che ci vengono riproposti ogni giorno.

Ma come dice Amal Kassir ” il modo per percorrere la più lunga distanza nel più breve tempo è “domandare”; chiedetemi la mia storia, chiedetemi chi sono, chiedete in cosa credo, non limitatevi a giudicare in base a stereotipi creati da altri.

Aprite le vostre menti e siate voi stessi i padroni delle vostre decisioni e non accettate ciò che vi viene imposto, create delle vostre opinioni conoscendo e scoprendo un mondo a noi così vicino che però spesso sembra lontanissimo.

Odio vs amore

Ho cercato invano di eliminare dal mio vocabolario una parola per lasciar spazio ad un’altra. Volevo eliminare l’odio e riempite quel vuoto solo con l’amore.

Amore per il prossimo, amore per la vita, amore per quello che è stato e quello che sarà, perché in fondo la vita non fa così schifo come la descrivono e qualcuno di speciale c’è sempre.

Avrei voluto appunto, ma non ho potuto per il semplice fatto che alcune persone non vogliono questo amore. Non lo vogliono ricevere e nemmeno darlo, non lasciando neanche gli altri amare.

Non che non meritino il mio amore (d’altronde chi sono io), ma fanno in modo che abbiano da me qualcos’altro, qualcosa che voglio dire che non voglio ripetere perché non lo avrei più voluto.

Lotto per lasciarlo ma ormai lo hanno lanciato e io ho abboccato. Cerco di eliminare quella sensazione di odio e la trasformo in qualcosa di migliore, qualcosa che sia coerente con me, che ho tanto amore da offrire. E anche tu lettore aggregati a me, ama, non perdi nulla ne guadagni solo in salute.

Ama per vivere e vivi per amare.

Ho un sogno!

” I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character. I have a dream today! ”

“Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi!”

Cit. Martin Luter King.

I have a dream too! (anche io ho un sogno).

Purtroppo il sogno di Martin L.K. è rimasto irrealizzato e anzi da molti punti di vista la situazione è peggiorata.

Dopo l’apice raggiunto soprattutto negli stati uniti d’America con il primo presidente di colore, qualcosa è andato storto. Ci siamo risvegliati in un mondo peggiore di prima.

Ci siamo svegliati più razzisti di prima aggiungendo anche discriminazioni come l’omofobia; abbiamo riscoperto per mano dei più giovani il bullismo e le baby gang e abbiamo abbandonato valori che erano fondamentali nella nostra società.

Martin, anche io avrei un sogno simile al tuo: vorrei un mondo senza guerre senza sofferenza in cui si può vivere in modo sereno, circolare con libertà, senza essere giudicati per etnia, sesso, colore della pelle, orientamento sessuale. Non essere identificati come soggetti, non come gruppi ma solo per quello che realmente siamo.

A te lettore, prima di identificarmi con un gruppo chiedimi il mio nome, la mia storia.

Tu, Martin avevi un sogno, io ho un sogno, tu non ci sei più, ma io lotterò per entrambi! lotterò per i nostri sogni!

cosa?

Con questo blog vorrei condividere con voi opinioni, idee e magari notizie viste dal nostro punto di vista come giovani con una prospettiva migliore e con la speranza di un futuro migliore per tutti.

Vorrei portare alla vostra attenzione notizie fatti di attualità e insieme creare un senso critico in noi che ci permetta di vedere i fatti con una visione ampia e con all’apice una base di conoscenza.

Spero di raggiungere il mio intento con il vostro aiuto e la vostra partecipazione.

Chi sono?

Ciao!

Io sono un giovane ragazzo ventenne, nato in Marocco, ma cresciuto in Italia, sono uno studente universitario. Nel mio tempo libero amo leggere, scrivere, e come ogni giovane che si rispetti, giocare a calcio.

In me si incontrano e scontrano due culture che vengono considerate opposte anche se hanno molte cose in comune, nonostante vivo in Italia da 15 anni sono molto legato alla mia terra natale e alla sua cultura ed inevitabilmente alla cultura italiana, che ormai fa parte di me.

Mi trovo spesso davanti a contrasti, ed incongruenze che quasi non so colmare, vivo un dilemma quasi esistenziale anche se dentro di me una certezza.

Non sono considerato italiano per il colore della mia pelle, per le mie origini e per essere nato lontano dal confine, ma non sono nemmeno marocchino perché quel posto l’ho abbandonato sin da troppo tempo e ora mi ritrovo a dover scegliere cosa voler essere.

Indubbiamente, per coerenza e soprattutto coscienza personale, non posso abbandonare, nè l’una nè l’altra cultura.

Ho deciso quindi qualcosa di meglio: ho deciso di essere un cosmopolita.

Un cittadino del mondo che non ha una casa, ma tutto il mondo è casa sua.

Abdelmalek Ait Ali.